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Non l’avevate mai sentita questa espressione? La “Francigena di montagna“? Vi fa venire in mente la pubblicità di un famoso caffé, “che il gusto ci guadagna“?
Beh, a me un poco si. Però non avete torto. L’espressione è impropria, non è mai esistito un cammino definito in questo modo.
Una premessa: come ho diverse volte scritto su questo blog, i cammini sono un po’ come degli esseri viventi. Mutano e cambiano a secondo delle circostanze. La cosiddetta Francigena ufficiale è quella disegnata sull’itinerario dell’Arcivescovo Sigerico di Canterbury, ma non è il solo cammino che veniva percorso per andare dal Nord Europa verso Roma. La Francigena esisteva già prima di Sigerico!
Ed i cammini si diversificano a seconda degli interessi del viaggiatore (se più spirituale, o interessato solo al commercio, se monaco o laico) o delle circostanze storiche (presenza di briganti o ladroni, epidemie di peste o di questo e quello, altro che coronavirus!, sovrani, conti o marchesi che chiedevano esose servitù di passaggio…).
Ad esempio, arrivati a Pavia (punto di arrivo della tredicesima tappa del percorso ufficiale di oggi) non tutti proseguivano verso Piacenza ed il passaggio del Po (non certo facile come oggi!). Specie se gli intenti erano più spirituali che altro e se si aveva a che fare con i monasteri (che comunque erano punti decisivi per l’ospitalità) si proseguiva dritti in direzione del centro monastico di Bobbio (Ebovium) e di tutti i monasteri della zona fondati o che facevano capo e riferimento all’Abate Colombano. Non dimenticate che Pavia era la capitale del regno longobardo e che Colombano era assai stimato dai re Agilulfo e Teodolinda.
Il percorso “di montagna” come lo ho chiamato all’inizio, va da Pavia a Pontremoli in 8 tappe (tre se le fate con le moderne mountain bike) e viene oggi chiamato, non a caso, Via degli Abati. A Pontremoli (oggi è in Toscana, provincia di Massa Carrara, Lunigiana) si univa ad un altro antichissimo tracciato di pellegrinaggio, la via del Volto Santo, che con altre sette tappe (sempre tre in bicicletta) portava il pellegrino o il monaco a Lucca (ricongiungendosi quindi con quella che oggi conosciamo come la Francigena sigericiana).
Per noi moderni, che possiamo scegliere, arrivati a Pontremoli si può prendere la via costiera (da Pontremoli si va ad Aulla e si segue la Francigena ufficiale di oggi, che passa per Sarzana, Massa e Camaiore), arrivando a Lucca da NO, o si va per l’interno (sono venti chilometri supplementari, una tappa in più) attraverso Lunigiana e Garfagnana, arrivando a Lucca da NE.
Pontremoli
Lucca, Cattedrale di San Martino
Lucca, Volto Santo
Il Volto Santo è una immagine acheropita (ossia non realizzata da mano d’uomo) del Crocifisso che è tuttora conservata nella Cattedrale di San Martino, a Lucca.
Tutto il tracciato da Pavia a Lucca è unito dal tema del labirinto. Si parte dal labirinto presente nella cattedrale di San Michele a Pavia, si passa per numerosi labirinti raffigurati e presenti a Bobbio e nei vari monasteri, si fa centro alla Stele del Labirinto a Pontremoli, e si arriva al Labirinto sulla facciata di San Martino a Lucca.
Pontremoli
Lucca
Come a dire che ogni anima ha il suo itinerario. L’importante è camminare, ed arrivare a Dio. Dove si passa si passa, per la costa o per la montagna, per la collina o per le cime, sull’itinerario ufficiale o sulle varianti. E’ la nostra anima che deve avere ben chiaro perché cammini, ed il nostro corpo che deve essere bene preparato. Poi, come dicevano gli scout, in particolare il loro fondatore lord Baden Powell, è questione di buon equipaggiamento!
Se volete altri dettagli, scrivetemi pure a info@walkingonfrancigena.com. Sarò lieto di rispondervi.