Avevo tanti bei post da scrivere, sui cammini italiani, in particolare su quello che per noi è il “cammino principe”, la Via Francigena. Ma al momento, a causa dell’emergenza sanitaria per il coronavirus, la Francigena è “ferma”, come la Via di Francesco, quella di Benedetto e gli altri cammini.
#iorestoacasa e non sono certo da solo. Restano a casa anche i nostri amici viaggiatori, restano a casa i pellegrini, restano a casa i nostri autisti. Sperando che tutto questo passi presto.
Per intanto però, si può camminare uguale. Leggendo dei e sui cammini, studiando le mappe e i percorsi, consultando le guide, chiedendo, perchè noi, dei preventivi per questa estate e per il prossimo mese di settembre, ma anche inizio ottobre, dipende da quale sia la zona dove vorreste dirigervi.
Per esempio vi consiglio le guide dell’Ediciclo editore, che hanno pubblicato sia La Via Francigena a piedi che La Via Francigena in bicicletta.
Sembrano piccole, e come formato lo sono (tascabili, stanno comodamente nella tasca del giaccone o in quella del vostro zaino) ma sono ricchissime di informazioni di ogni tipo per quanto riguarda la logistica.
Se siete agli inizi della vostra vita di camminatori o lo fate “ad ogni morte di Papa”, come si dice qui a Roma, vi consiglio invece Via Francigena for dummies di Monica Nanetti, per la serie dei piccoli Manuali della Hoepli.
Una delle prime domande del testo, davvero simpatico, è “Ma chi te lo fa fare?“. Se però decidi di farlo trovi in questo manuale la storia della Via Francigena, tutti i diversi modi di percorrerla, le tappe più affascinanti e quelle più difficili, le indicazioni per attrezzatura e bagaglio.
Buona strada e buon cammino, appena potrete percorrerlo, magari assieme a noi di Bags Free e Walking On Francigena!
I cammini… sono come le ciliegie! Uno tira l’altro! La Via Francigenaormai è una certezza, ed ha fatto da modello il suo progressivo mettere in rete paesi, paesaggi, posti di ristoro, valorizzazione dei cibi e dell’arte, e chi più ne ha, più ne metta!
Molti dei cammini nati di recente la intersecano in diversi tratti. Non fa eccezione l’ultimo nato (nel 2016, è ai primi passi!) che è il Cammino Naturale dei Parchi.
Mentre la Via Francigena, come tanti altri cammini, ha Roma come meta finale, il Cammino Naturale dei Parchi parte da Roma ed attraversa l’Italia Centrale, “tagliando”, per così dire, la Via di Francesco e la Via di Benedetto (anche queste assistite in parte dai servizi di Bags Free e Walking On Francigena), ed approdando in Abruzzo, all’Aquila, attraverso i paesaggi splendidi del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Per tutti i dettagli (cartine, percorsi, dislivelli) vi rimando al sito Internet dedicato, che ho spulciato in lungo ed in largo, e che trovo davvero molto ben fatto.
Qui vi illustro i dati principali.
Si tratta di 25 tappe per complessivi 430 chilometri di percorso. Con un discreto dislivello. Ovviamente la proposta prevede la sua suddivisione in 4 settimane, in ciascuna delle quali si fa una parte del percorso complessivo, seguendo un “tema” di fondo.
Le macrotappe settimanali sono, in ordine:
da Roma a Livata, “Dalla campagna romana ai monasteri” di 119 km
da Livata a Corvaro, “Dalla montagna di Roma ai laghi” di 126 km
da Corvaro ad Accumoli, “Dalla terra degli Equi alla valle del Velino” di 102 km
da Accumoli a L’Aquila, “Dai sentieri del gusto alle alte quote” di 82 km
Il percorso della prima settimana, Dalla campagna romana ai monasteri (119 km in 6 tappe), è molto ben conosciuto sia da chi è stato scout, che da chi ha frequentato o frequenta le parrocchie (e i loro campi estivi!). La prima parte, diciamo fino a Castel Gandolfo ed al suo lago, ripercorre il tratto iniziale della Via Francigena del Sud, di cui questo blog ha scritto di recente. Quindi non mi ci dilungo, salvo per ricordare che si percorre il Parco Regionale Naturale dell’Appia Antica. Poi, di seguito, si attraversa tutto il Parco Regionale dei Castelli Romani, si scavalca l’autostrada e si prosegue verso Palestrina, la Valle delle Cannuccete e Guadagnolo con la sua falesia e le sue distese verdi! E questa è piena zona scout!!!
Da lassù si scende e si risale seguendo i passi di Benedetto e del primo monachesimo e quindi Subiaco e l’Alta Valle dell’Aniene, approdando infine a Livata, nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.
Subiaco, Monastero di San Benedetto
Subiaco, Rocca Abbaziale
La seconda settimana, come dice il nome della tappa (“Dalla montagna di Roma ai laghi“, 126 km in 7 tappe) si va per monti. Prima i Monti Simbruini, poi i Monti Ernici. Si sconfina in Abruzzo a Rocca di Botte e Pereto. Si lascia Carsoli sulla propria destra e si traversa tutto il Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili, il Monumento Naturale del Torrente Rioscuro con le sue affascinanti cascate naturali, Orvinio e poi si prosegue verso Nord, fino alla bella Castel di Tora ed al bellissimo Lago del Turano, alle pendici della Riserva Naturale del monte Navegna e del Monte Cervia. Poi il Lago del Salto, la discesa verso Pescorocchiano e la chiusura della seconda parte del percorso a Corvaro (da non mancare per i non astemi la degustazione delle birre artigianali di Borgorose!).
Torrente Rioscuro
Torrente Rioscuro
Lago del Turano
Lago del Turano da Castel di Tora
Lago del Salto
Lago del Salto
Riserva Naturale della Duchessa
Lago della Duchessa, 1.788 metri
Nella terza settimana, “Dalla terra degli Equi alla valle del Velino“, si percorrono ancora 6 tappe per complessivi 102 km. Si “scavalla” la Via Salaria e ci si ritrova in piena Valle del Velino, in particolare nei paesi dell’Alto Lazio colpiti dal terremoto dal 2016. Antrodoco, Posta, Cittareale, Accumoli. I paesaggi di questa settimana mozzano davvero il fiato, già a partire dall’inizio, dal poco conosciuto lago di Rascino, situato in una conca carsica, che raccoglie le acque della pioggia e dello scioglimento delle nevi invernali.
Lago di Rascino
Lago di Rascino
Altopiano di Rascino
Accumoli
Antrodoco
Antrodoco
Posta
Concludiamo con la quarta settimana, da Accumoli a L’Aquila, sempre 6 tappe per “soli” 82 km. “Soli” tra virgolette perchè qui le ascese sono di tutto rispetto, come lascia capire il sottotitolo della macrotappe: “Dai sentieri del gusto alle alte quote“.
Passando per Amatrice e traversando la Valle del Tronto ci si ritrova al confine di tre regioni e di due Parchi Nazionali. Il più giovane è il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il più antico è il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Nel dettaglio da Amatrice si sale prima al paese di Campotosto, poi al Lago omonimo, un grande e panoramico “lago di sbarramento”, lago artificiale a ben 1.313 metri di quota.
Dal Rifugio Fioretti si va verso il Gran Sasso, fino ad arrivare a San Pietro della Jenca (o Ienca), divenuto famoso di recente come meta delle passeggiate di Papa Giovanni Paolo II. Infine si scende verso il capoluogo abruzzese, anch’esso tuttora con le ferite del terremoto del 2009.
Tutti o quasi, romani o no, conoscono la bellissima canzone, resa famosa da Antonello Venditti, “Roma Capoccia”. Fu quella che diede notorietà al cantante, che la scrisse, in romanesco, a 14 anni, la presentò al Folkstudio e, nel 1972, la inserì nell’album Theorius Campus, esordio, oltre che di Antonello Venditti, di un certo Francesco De Gregori.
Tutti l’hanno canticchiata, in una gita scolastica, dopo una mangiata al ristorante, con gli amici ed una chitarra per passare il tempo, a partire dalla prima strofa:
Quanto sei bella Roma quann’è sera, quando la luna se specchia dentro ar fontanone e le coppiette se ne vanno via, quanto sei bella Roma quando piove.
Il Fontanone di cui si parla, anzi, di cui si canta, è conosciuto come il Fontanone del Gianicolo, ed è stato da poco restaurato, grazie al contributo del gruppo Fendi. E’ quindi questo il momento giusto per ammirarlo in tutto il suo splendore.
A chi scrive è particolarmente caro, perchè era vicinissimo a casa dei nonni materni, a Trastevere, ed ogni volta che si andava a trovarli, la passeggiata al Gianicolo era assicurata. E il Fontanone tappa fissa. Mi incantavo di fronte a quelle acque limpide, ed immancabilmente cercavo di “scavalcare” o arrampicarmi. Finchè, un giorno, scappai dalle braccia di mia zia Sara e mi ritrovai immerso nell’acqua, bagnato fradicio! Fortuna che non c’erano pizzardoni (leggasi vigili urbani per i non romani) o mia zia si sarebbe pure presa una multa per la mia vivacità!
Nel caso vi venisse curiosità di saperlo, la pizzarda era un copricapo a doppia punta che i vigili portavano nell’Ottocento. Quando sono caduto in acqua era un secolo buono che non lo portavano più, però il soprannome ai vigili è rimasto.
Ma torniamo al Fontanone. Il nome giusto è Mostra dell’Acqua Paola. Da Paolo V Borghese, papa che la fece costruire come terminale dell’acquedotto Traiano-Paolo che viene dal lago di Bracciano (all’epoca proprietà di un’altra nobile famiglia romana, quella degli Orsini). Come da buona tradizione “papista” i marmi con cui è costruita sono tutti “marmi di spoglio”, ottenuti depredando il Foro Romano, il Foro di Nerva e persino l’antica basilica costantiniana di San Pietro! Ma all’epoca facevano tutti così, c’è poco da scandalizzarsi. La sensibilità per il rispetto delle opere d’arte era di là da venire!
Al di là della bellezza decorativa della fontana, l’acquedotto che la riforniva avrebbe dovuto arricchire la fornitura idrica dei quartieri di Trastevere e Borgo. E così fece, ma gli abitanti del quartiere si lamentavano della scarsa qualità, a loro dire, dell’acqua Paola, rispetto alle altre fonti che rifornivano Roma. Si diffuse così il detto “vali quanto l’acqua Paola” per dire che valevi poco. O ad un romano poteva capitare di sentirsi dire che “ciài l’acqua paola in testa“, se il suo ragionamento non veniva riconosciuto, diciamo così, di buon valore…
In origine la Fontana non aveva l’attuale aspetto però, l’acqua si raccoglieva in cinque piccole vasche. Fu Papa Alessandro VIII a far costruire l’enorme conca che la contraddistingue, nel 1690. Papa Ottoboni, eletto nel 1689 e morto nemmeno due anni dopo, nel 1691, di cancrena, per una infezione alla gamba. Praticamente è famoso (e nemmeno tanto), solo per il Fontanone! Meno male che ci ha pensato Venditti ad eternarlo!!!