Il genere dei taccuini per segnare appunti, pensieri e riflessioni fatti durante il cammino, nonostante la nostra sia definita come l’epoca del digitale, si va moltiplicando nelle librerie. Ed a ragione. Perché per prima cosa non è così facile scrivere su di un cellulare o di un tablet mentre si cammina, perché non sempre le batterie di questi aggeggi si mantengono cariche, e, pure se lo fanno, sono assai più utili per alimentare telefoni, whatsapp e GPS che per scrivere. Luca, che scrive, di blog ne cura diversi, oltre a questo. Ha provato diverse App, alcune anche ben fatte, per prendere appunti e scrivere post, ma alla fine si è arreso… Scrivere con calma, su carta o anche sul computer, la sera, a cammino finito, è tutta altra cosa.
Sarà poi che Luca ormai “ha una certa”, quindi anche se è stato uno dei pionieri del web negli anni Ottanta non rinuncerebbe mai a penna, matita e taccuino.
Così, nello scorso mese di marzo 2020, quello del lockdown, ha preso nella libreria vicino a Bags Free (pure quella, ahimé, ha chiuso i battenti) un particolare taccuino per pellegrini, realizzato dagli operatori della Via Romea (un dedalo di itinerari che dal Nord Est italiano porta a Roma attraverso gli Appennini e tutto il centro Italia).
Noterete il modo, apparentemente curioso, di scrivere il titolo, che, messo su carta, suonerebbe come “Il taccuino (luminoso) del pellegrino“.
L’aggettivo luminoso è come se chiarisse a cosa serve un generico taccuino del pellegrino.
Serve al pellegrino, o genericamente al camminatore, per fare luce su quelle che sono le sensazioni, le conoscenze, le difficoltà, le gioie, talvolta anche le angosce (ci sono pure quelle, inutile nasconderselo) che si provano mettendo un passo dopo l’altro.
Gli autori di questo Taccuino hanno messo come sottotitolo allo stesso “Passi evangelici per il cammino” perché vi propongono 36 tappe scandite da 36 piccoli brani evangelici proposti alla riflessione di chi procede. Sono operatori, vi scrivevo, della Via Romea e si propongono principalmente al pubblico di chi cammina con motivazioni prima di tutto spirituali e cristiane.
Ma l’idea è valida per chiunque, qualsiasi motivazione abbia. Che il camminatore sia o no credente, comunque cammina, e chi cammina cerca, e chi cerca trova qualcosa. Che sia bello o brutto, materiale o spirituale. Che siano abbandoni estatici alla bellezza di un paesaggio, che siano incontri di persone che ci colpiscono, nel bene o nel male, che sia la gioia per una sorgente d’acqua che compare all’improvviso, o la paura per un ostacolo imprevisto…
Vale comunque la pena, la sera, quando ci si ritrova da soli, in camera, dopo essersi lavati e ristorati, dopo aver preparato il necessario per la tappa del giorno dopo, mettere su carta quello che si è provato. Ognuno con le sue capacità letterarie, sia chiaro. Non siamo tutti Goethe! E nemmeno è giusto che presumiamo di esserlo, ma vedrete, vi garantisco che vi sarà utile farlo. Per non fare lo stesso errore al prossimo cammino, o per cogliere l’occasione che avete perso oggi, magari già domani, nella prossima tappa, o per essere pronti a raccontare ad amici, parenti, persone care quello che avete provato in quel particolarissimo momento, che non tornerà più, siatene certi!
Siamo sicuramente partiti con degli obiettivi, anche semplici, con dei propositi, più o meno chiari. Riprendere il taccuino, il diario in mano, quando saremo a casa, ci aiuterà a vedere se gli obiettivi li abbiamo raggiunti, se possiamo darcene di nuovi, o se non lo abbiamo fatto e ci è utile tornare a camminare appena possibile.
La verità di fondo è che comunque siamo, qualunque quantità di metri percorriamo ogni giorno, da soli o in compagnia, con tanta o poca fatica, anche se di metri ne facciamo “zero” perché siamo bloccati da una malattia o su una sedia a rotelle che nessuno spinge, siamo tutti in viaggio, siamo tutti in cammino, siamo tutti pellegrini.
Il taccuino (luminoso) del pellegrino lo scriviamo, anche senza penna o matita, tutti, in ogni momento della nostra vita. Ma abbiamo tutti la pazienza di rileggerlo? Di perdonarci i passi falsi, di capire dove ed in che modo possiamo rinforzarci?
Ai posteri, ossia a chi lo leggerà dopo di noi, il taccuino della nostra vita, l’ardua sentenza!
Buona strada, buon cammino!