‪#‎BagsFree‬ Villa Torlonia ‪#‎LightHoliday‬

Nonostante il caldo intenso di questi giorni di fine luglio, Villa Torlonia rimane un posto molto frequentato, grazie alle numerose zone d’ombra che è in grado di offrire agli abitanti romani dei quartieri della zona Nomentana che gli gravitano intorno.

Veduta principale della Villa

Veduta principale della Villa

Una delle numerose fontane e laghetti di Villa Torlonia

Una delle numerose fontane e laghetti di Villa Torlonia

Casina delle Civette

Casina delle Civette

Grazie anche alla possibilità di intrufolarsi ed avere un ritorno di tipo culturale visitando la villa vera e propria (molti la visitano per la curiosità di quella che per molti anni fu conosciuta come la casa del Duce, di Benito Mussolini e famiglia) o la bellissima, decoratissima e coloratissima Casina delle civette, amata in modo particolare dai bambini.

Uno degli interni della Villa

Uno degli interni della Villa

Benito Mussolini in Villa con alcuni gerarchi fascisti

Benito Mussolini in Villa con alcuni gerarchi fascisti

Il Bunker sotto Villa Torlonia, da poco accessibile al pubblico

Il Bunker sotto Villa Torlonia, da poco accessibile al pubblico

Per arrivare a Villa Torlonia, partendo dal deposito Bags Free di via del Castro Pretorio 32, bus 90 fino alla fermata proprio a fianco alla villa.

Google Maps - Come arrivare a Villa Torlonia

Google Maps – Come arrivare a Villa Torlonia

LA SCHEDA DAL PORTALE TURISMO A ROMA (060608.IT)

Villa Torlonia si trova lungo la Via Nomentana, proprio di fronte a Villa Paganini. Questa consolare rappresentava la strada preferita dai nobili romani per la costruzione delle loro residenze suburbane localizzate appena fuori le mura della città. Si trattava per lo più di ville di campagna ottenute con la ristrutturazione di case rurali. Villa Torlonia, la più recente delle ville nobiliari romane, conserva ancora un particolare fascino dovuto all’originalità del giardino paesistico all’inglese e alla ricca quantità di edifici ed arredi artistici disseminati nel parco. L’ingresso monumentale alla villa si trova su Via Nomentana all’altezza del civico 68 ed è segnalato da due tempietti su colonne ioniche e due lanterne sormontate da aquile sui montanti della cancellata in ferro battuto. La sistemazione attuale della residenza, che non è aperta al pubblico, è quasi interamente dovuta all’architetto Caretti. Per opera sua, l’ingresso principale del palazzo venne ribaltato in direzione di Via Nomentana con l’aggiunta di un maestoso colonnato. Di particolare interesse: l’Obelisco in granito rosa, fatto scolpire a Baveno da Alessandro Torlonia e innalzato nel 1842; la Colonna Onoraria e il Teatro, che richiama la grandiosità del Pantheon; il Villino Medievale costruito dai figli per Giulio Borghese che vi risiedette fino alla morte, avvenuta nel 1915; la Limonaia, un semplice edificio che reca sulla facciata principale gli stemmi dei Colonna e dei Torlonia (a memoria del matrimonio fra Alessandro Torlonia e Teresa Colonna); il Villino dei Principi, in stile neorinascimentale decorato dal Caretti; le Scuderie Vecchie, caratterizzate da una bella scultura in marmo in forma di testa di cavallo; le Scuderie Nuove, un basso edificio giallo che ora ospita un centro anziani; il Villino Rosso, che ospita la sede dell’Accademia delle scienze; la Serra Moresca, ispirata all’architettura della moschea di Cordova e dell’Alhambra di Granada; il Campo dei Tornei, una vasta piazza d’ispirazione medievale su cui si trovano tre padiglioni puntuti, chiusi con assi di legno; la Casina delle Civette, creata dall’architetto Jappelli come capanna svizzera; il tempio di Saturno, ornato di bassorilievi che insieme al Ninfeo sono state le uniche costruzioni a scampare alla distruzione dopo che parte del giardino fu espropriata per allargare la Via Nomentana.

Cenni storici
Il capostipite della famiglia Torlonia, il francese Benedetto Tourlonnais, si stabilì a Roma intorno alla metà del XVIII secolo, avviando fortunate attività commerciali. Queste culminarono con l’apertura di una banca che portò Giovanni (1754-1829), il primo dei Torlonia nato a Roma, a diventare arbitro fra lo Stato Pontificio e la Francia. In breve tempo accumulò un patrimonio che oscurava quello delle più antiche famiglie romane. L’ascesa sul piano economico dei Torlonia venne affiancata da un’ascesa sociale che portò Giovanni ad acquisire vari titoli nobiliari tra cui il titolo di Marchese di Romavecchia e Turrita. Nei primi anni dell’ottocento Giovanni Torlonia incaricò l’architetto Giuseppe Valadier di ampliare e trasformare questa tenuta rurale in un fastoso palazzo. Valadier realizzò inoltre delle scuderie monumentali, organizzò il parco secondo assi perpendicolari fiancheggiati da filari di lecci e decorati da fontane. Alessandro Torlonia (1800-1886), nipote di Giovanni, fu il reale continuatore della scalata del nonno, che culminò nel 1840 con il suo matrimonio con Teresa Colonna. Alessandro modificò profondamente l’assetto dato dal Valadier a Villa Torlonia. L’area della tenuta raddoppiò, i lavori di abbellimento dell’edificio della villa vennero affidati a G. B. Caretti, architetto e pittore che realizzò personalmente gran parte delle pitture che ornano il palazzo, la cappella e le scuderie. Alessandro convocò il noto architetto e paesaggista Giuseppe Jappelli, che aveva ideato originali giardini all’inglese nel Veneto e al Parco di Saonara. L’ampiezza degli scorci che si possono ammirare a tutt’oggi nei giardini è dovuto al genio di Jappelli. L’aspetto scenografico venne completato con l’aggiunta di arredi esotici e spettacolari, quali la Serra Moresca, la Grotta, la Capanna Svizzera, la Limonaia, il Campo dei Tornei. Nel 1874 fu portato a compimento il Teatro. Nei primi decenni del novecento fu realizzato il Villino Medievale e il Villino Rosso e fu trasformata la Capanna Svizzera nel Casino delle Civette. Dal 1925 al 1943 la villa divenne la residenza privata di Benito Mussolini, che pagava l’affitto simbolico di una lira l’anno. Il principe Giovanni Torlonia si ritirò nella Casina delle Civette, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1938. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale i giardini vennero trasformati in orti di guerra. Rachele Mussolini fece piantare patate, vigneti e granoturco al posto delle piante esotiche bellissime ma inutili. Nel 1944 la villa fu occupata dalle truppe americane che la abbandonarono nel 1947. Il Comune di Roma ha acquistato Villa Torlonia nel 1978 aprendola al pubblico, ma solo da pochi anni hanno avuto inizio gli interventi di restauro per ripristinare la magnificenza originaria degli edifici e del parco.

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