The century-old history of the Basilica of St. Bartholomew begins on the Tiber Island, one of the first inhabited areas of the ancient city of Rome. At the time of the Roman Empire, an ancient temple dedicated to the god Aesculapius was built in the area where the Basilica now stands, and people from all over the city came to ask for healing from their ailments.
In year 997, the German Emperor Otto III decided to honour two important saints: Bartholomew the Apostle, and Adalbert, a well-known martyr killed while he was in mission preaching the Gospel in Poland. The Basilica was built to keep the bodies of these two martyrs.
Throughout the centuries, the Basilica gathered several noteworthy works of sacred art within its walls. We will mention only a few of them: the stone well-head dating back to the 10th century, standing on top of a spring that was considered miraculous, with carved images of the Risen Christ, Saint Bartholomew, Saint Adalbert, and Emperor Otto III; the cycle of frescos of Antonio Carracci and Giovan Battista Mercati; the high altar made from a porphyry fountain basin dating back to the Roman Empire; the medieval crypt with the Ottonian columns and capitals; the mosaic of the XIII century depicting a Blessing Christ on the ancient façade of the Basilica.
The Basilica of St. Bartholomew is now a place of living prayer and dialogue. In 1993 it was entrusted to the care of the Community of Sant’Egidio: university and high school students of the Community now gather in the basilica for liturgy and prayer, using the surrounding halls and rooms for their activities in favour of the poor.
The Community is well-known for its commitment to ecumenism, and along the years the basilica has become the focus of several initiatives: its history and artistic heritage make it a privileged place to gather together representatives and believers from the various Christian denominations.
La basilica di San Bartolomeo all’Isola ha oltre mille anni. Sorge a Roma, sull’Isola Tiberina, luogo di importanza tutta particolare per la storia di Roma, a metà tra Trastevere, rione della prima predicazione cristiana, e l’antico quartiere ebraico. Questa posizione in mezzo al Tevere, luogo chiave per l’attraversamento del fiume, esprime bene uno degli aspetti più caratteristici di questa basilica, che raccoglie memorie legate a mondi diversi e lontani, uniti insieme in una unica e originale sintesi di fede, arte e storia.
La basilica venne costruita in un luogo di pellegrinaggio già conosciuto: da secoli, infatti, sull’Isola Tiberina esisteva un tempio dedicato ad Esculapio, ed erano numerosi coloro che visitavano il luogo sacro per implorare la propria guarigione. Nel 998 l’imperatore tedesco Ottone III edificò la chiesa per accogliere i resti di due martiri: San Bartolomeo apostolo, il cui corpo è custodito nell’altare maggiore, e Sant’Adalberto, vescovo di Praga, che fu ucciso nel 997 mentre evangelizzava popolazioni pagane all’estremo confine settentrionale dell’Europa cristiana.
La nuova costruzione operò una trasformazione nel tessuto dell’Isola Tiberina, espressiva di quel cambiamento generale avvenuto nella città di Roma in seguito alla diffusione del cristianesimo. Il pozzo presente nella basilica, caso molto raro, è un esempio di questo processo: esso probabilmente risale all’epoca romana e le sue acque erano ritenute taumaturgiche. I cristiani hanno saputo conservare e valorizzare quella tradizione: il pozzo è divenuto un simbolo evangelico. Nella antica vera di marmo che lo sovrasta, infatti, vi è un’immagine centrale di Gesù che suggerisce a chi la guarda l’associazione con le parole riportate dal Vangelo di Giovanni: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv, 7,38).
La Basilica di San Bartolomeo è oggi un luogo vivo di preghiera e di incontro. Affidata nel 1993 alla Comunità di Sant’Egidio, viene frequentata da giovani universitari e liceali, che in essa animano liturgie e preghiere, usando i locali annessi per attività a favore dei poveri. Nota per le sue attività ecumeniche, Sant’Egidio ha in questi anni moltiplicato gli incontri e le iniziative nella Basilica, che, con la sua storia e le sue testimonianze artistiche e storiche, è -si potrebbe dire- naturalmente chiamata ad essere spazio privilegiato per incontri tra rappresentanti e fedeli delle varie Chiese cristiane.