Archivi categoria: Cammini

Diari di viaggio

Il genere dei taccuini per segnare appunti, pensieri e riflessioni fatti durante il cammino, nonostante la nostra sia definita come l’epoca del digitale, si va moltiplicando nelle librerie. Ed a ragione. Perché per prima cosa non è così facile scrivere su di un cellulare o di un tablet mentre si cammina, perché non sempre le batterie di questi aggeggi si mantengono cariche, e, pure se lo fanno, sono assai più utili per alimentare telefoni, whatsapp e GPS che per scrivere. Luca, che scrive, di blog ne cura diversi, oltre a questo. Ha provato diverse App, alcune anche ben fatte, per prendere appunti e scrivere post, ma alla fine si è arreso… Scrivere con calma, su carta o anche sul computer, la sera, a cammino finito, è tutta altra cosa.

Sarà poi che Luca ormai “ha una certa”, quindi anche se è stato uno dei pionieri del web negli anni Ottanta non rinuncerebbe mai a penna, matita e taccuino.

Così, nello scorso mese di marzo 2020, quello del lockdown, ha preso nella libreria vicino a Bags Free (pure quella, ahimé, ha chiuso i battenti) un particolare taccuino per pellegrini, realizzato dagli operatori della Via Romea (un dedalo di itinerari che dal Nord Est italiano porta a Roma attraverso gli Appennini e tutto il centro Italia).

Noterete il modo, apparentemente curioso, di scrivere il titolo, che, messo su carta, suonerebbe come “Il taccuino (luminoso) del pellegrino“.

L’aggettivo luminoso è come se chiarisse a cosa serve un generico taccuino del pellegrino.

Serve al pellegrino, o genericamente al camminatore, per fare luce su quelle che sono le sensazioni, le conoscenze, le difficoltà, le gioie, talvolta anche le angosce (ci sono pure quelle, inutile nasconderselo) che si provano mettendo un passo dopo l’altro.

Gli autori di questo Taccuino hanno messo come sottotitolo allo stesso “Passi evangelici per il cammino” perché vi propongono 36 tappe scandite da 36 piccoli brani evangelici proposti alla riflessione di chi procede. Sono operatori, vi scrivevo, della Via Romea e si propongono principalmente al pubblico di chi cammina con motivazioni prima di tutto spirituali e cristiane.

Ma l’idea è valida per chiunque, qualsiasi motivazione abbia. Che il camminatore sia o no credente, comunque cammina, e chi cammina cerca, e chi cerca trova qualcosa. Che sia bello o brutto, materiale o spirituale. Che siano abbandoni estatici alla bellezza di un paesaggio, che siano incontri di persone che ci colpiscono, nel bene o nel male, che sia la gioia per una sorgente d’acqua che compare all’improvviso, o la paura per un ostacolo imprevisto…

Vale comunque la pena, la sera, quando ci si ritrova da soli, in camera, dopo essersi lavati e ristorati, dopo aver preparato il necessario per la tappa del giorno dopo, mettere su carta quello che si è provato. Ognuno con le sue capacità letterarie, sia chiaro. Non siamo tutti Goethe! E nemmeno è giusto che presumiamo di esserlo, ma vedrete, vi garantisco che vi sarà utile farlo. Per non fare lo stesso errore al prossimo cammino, o per cogliere l’occasione che avete perso oggi, magari già domani, nella prossima tappa, o per essere pronti a raccontare ad amici, parenti, persone care quello che avete provato in quel particolarissimo momento, che non tornerà più, siatene certi!

Siamo sicuramente partiti con degli obiettivi, anche semplici, con dei propositi, più o meno chiari. Riprendere il taccuino, il diario in mano, quando saremo a casa, ci aiuterà a vedere se gli obiettivi li abbiamo raggiunti, se possiamo darcene di nuovi, o se non lo abbiamo fatto e ci è utile tornare a camminare appena possibile.

La verità di fondo è che comunque siamo, qualunque quantità di metri percorriamo ogni giorno, da soli o in compagnia, con tanta o poca fatica, anche se di metri ne facciamo “zero” perché siamo bloccati da una malattia o su una sedia a rotelle che nessuno spinge, siamo tutti in viaggio, siamo tutti in cammino, siamo tutti pellegrini.

Il taccuino (luminoso) del pellegrino lo scriviamo, anche senza penna o matita, tutti, in ogni momento della nostra vita. Ma abbiamo tutti la pazienza di rileggerlo? Di perdonarci i passi falsi, di capire dove ed in che modo possiamo rinforzarci?

Ai posteri, ossia a chi lo leggerà dopo di noi, il taccuino della nostra vita, l’ardua sentenza!

Buona strada, buon cammino!

“I più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”

La citazione che fa da titolo al post è ripresa da un’opera del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche ed è riportata nella prima di copertina dell’ultimo numero annuale del trimestrale “Viaggi e Cammini” che trovate in edicola fino alla fine dell’anno e che si occupa di “Itinerari tra natura, cultura e spirito”.

Natura, cultura e spirito, perchè un cammino fatto bene è un cammino che tiene assieme queste tre dimensioni. Non è soltanto un esercizio ginnico, non è come una visita ad un museo o ad una pinacoteca, non è soltanto una preghiera recitata a memoria.

E’ un cammino fatto bene non quello che ti porta il più distante possibile, non quello che ti fa vedere più cose possibili, ma quello che oltre ai piedi ed alle mani, mette in movimento il cervello e rinfranca la tua anima.

Così, a parere di chi scrive il post, l’articolo che più di ogni altro vale su questo numero è la lunga intervista ad Alberto Conte, intitolata “Camminare con il cuore, la testa e le gambe”. Personaggio conosciutissimo negli ambienti degli specializzati su queste tematiche. Fondatore di itinerAria, poi dell’Associazione movimento Lento, nonché del tour operator SloWays. Dal 2005 responsabile tecnico della Via Francigena per conto dell’Associazione Europea delle Vie Francigene.

Ma, come sempre, tutti gli articoli sono belli ed interessanti, magnifiche e ben selezionate le foto. E mai come in questo momento particolare che stiamo vivendo abbiamo bisogno di respirare a due polmoni, di camminare, di sentirci liberi ed in movimento.

Leggiamo e, chi può, camminiamo!

La variante Pistoiese della Via Francigena #BagsFree #WalkingOnFrancigena

La variante Pistoiese della Via Francigena è quella di cui vi accennavo nel post precedente, fatta in onore di San Giacomo Maggiore, venerato a Pistoia, oltre che a Compostela, di cui nel 2021 ricorre il Giubileo.

Queste le tappe suggerite:

  • Lucca – Altopascio (15 km)
  • Altopascio – Montecatini (14 km)
  • Montecatini – Pistoia (14 km)
  • Pistoia – Vinci (23 km – possibilità di sdoppiarla in Pistoia – San Baronto e San Baronto – Vinci)
  • Vinci – San Miniato (19 km – possibilità di sdoppiarla in Vinci – Fucecchio e Fucecchio – San Miniato)

L’Anno Santo del Pellegrino: il 2021 #BagsFree #WalkingOnFrancigena

Il 2021 sarà il prossimo “Anno Santo del Pellegrino”. Per l’esattezza sarà il prossimo “Anno Santo Giacobeo”. Di cosa si tratta?

Ogni volta che la festa di San Giacomo Apostolo (25 luglio), l’Apostolo sepolto in Spagna, a Compostela, cade di domenica, viene indetto questo anno santo.

Non capita spesso in realtà, capita ad intervalli regolari di 6, 5, 6, 11 anni. L’ultimo Anno Santo Giacobeo è stato il 2010 (appunto undici anni fa). I prossimi saranno il 2027, il 2032, il 2038 ed il 2049.

Il primo Anno Santo Giacobeo si pensa sia stato quello indetto da Papa Callisto II nel 1122 per il 1126.

Cos’è un Anno Santo? E’ un anno che la Chiesa Cattolica lega alla possibilità di ottenere la cosiddetta indulgenza plenaria ovvero la liberazione completa (plena) dalle pene temporali legate ai peccati commessi. Fate attenzione! Non è una cancellazione dei propri peccati, come molti ancora erroneamente credono o credevano (la protesta del monaco agostiniano Martin Lutero partì dal qua, dal fatto che si lasciava credere al popolo cristiano qualcosa che non era vero, nè biblicamente fondato) ma solo una cancellazione delle pene legate ad essi. Mi fermo qui, trovate facilmente anche qui in rete, dove e come approfondire.

Come si ottiene questa indulgenza plenaria? Recandosi in pellegrinaggio dove dice la Chiesa (solitamente a Roma, in questo caso a Santiago di Compostela) nella durata di tempo stabilito e compiendo alcune pratiche di pietà.

Quando comincia? A Santiago comincerà il 31 dicembre 2020, giorno in cui l’arcivescovo di Santiago aprirà la cosiddetta “Porta Santa”, dopo averla come da tradizione colpita con tre colpi con un martello d’argento. La “Porta Santa” della Basilica di Santiago si trova in piazza della Quintana. Nelle foto che seguono l’ultima apertura,il 31 dicembre 2010.

Perchè vi parliamo dell’Anno Santo Giacobeo in questo blog dove di solito parliamo della Via Francigena? Perchè quest’anno papa Francesco ha stabilito che a questo Anno Santo partecipi anche la città toscana di Pistoia, dal 1144 chiamata la “Piccola Santiago” perchè in quell’anno il Vescovo di Santiago di Compostela, Diego Gelminez, concesse al Vescovo di Pistoia, Atto, di portare con sè nella sua cattedrale una reliquia dell’Apostolo che da allora viene lì custodita.

Quindi anche a Pistoia si aprirà la Porta Santa, si riceverà l’indulgenza plenaria, si terranno iniziative di preghiera, spirituali, culturali in parallelo con quanto avverrà in Spagna. In particolare nella settimana centrale della festa, dal 18 al 25 luglio.

Da sempre Pistoia, a venti chilometri dalla cittadina di Altopascio, sede di tappa “ufficiale” della Francigena, nell’Anno Santo Giacobeo riceve un grosso flusso di pellegrini legati alla periodica ricorrenza.

E molti viaggiatori che percorrono la via Francigena per motivi spirituali oltre che turistici da sempre deviano per Pistoia per onorare il Santo Apostolo Giacomo nel Duomo cittadino di San Zeno. Giacomo è anche uno dei due patroni della cittadina toscana.

Assolutamente da vedere a Pistoia l’altare argenteo di San Jacopo attualmente conservato nella cappella detta del Crocifisso o del Giudizio, realizzato fra 1287 e 1456 da alcuni degli orafi più valenti del tempo.

Perciò nel titolo del post parlo di Anno Santo del Pellegrino, oltre che Giacobeo. Perché percorrendo la via Francigena, a partire dal 31 dicembre di quest’anno, i camminatori saranno in piena comunione con i camminatori di Compostela.

Buon cammino!

La “Francigena di montagna” #WalkingOnFrancigena #BagsFree

Non l’avevate mai sentita questa espressione? La “Francigena di montagna“? Vi fa venire in mente la pubblicità di un famoso caffé, “che il gusto ci guadagna“?

Beh, a me un poco si. Però non avete torto. L’espressione è impropria, non è mai esistito un cammino definito in questo modo.

Una premessa: come ho diverse volte scritto su questo blog, i cammini sono un po’ come degli esseri viventi. Mutano e cambiano a secondo delle circostanze. La cosiddetta Francigena ufficiale è quella disegnata sull’itinerario dell’Arcivescovo Sigerico di Canterbury, ma non è il solo cammino che veniva percorso per andare dal Nord Europa verso Roma. La Francigena esisteva già prima di Sigerico!

Ed i cammini si diversificano a seconda degli interessi del viaggiatore (se più spirituale, o interessato solo al commercio, se monaco o laico) o delle circostanze storiche (presenza di briganti o ladroni, epidemie di peste o di questo e quello, altro che coronavirus!, sovrani, conti o marchesi che chiedevano esose servitù di passaggio…).

Ad esempio, arrivati a Pavia (punto di arrivo della tredicesima tappa del percorso ufficiale di oggi) non tutti proseguivano verso Piacenza ed il passaggio del Po (non certo facile come oggi!). Specie se gli intenti erano più spirituali che altro e se si aveva a che fare con i monasteri (che comunque erano punti decisivi per l’ospitalità) si proseguiva dritti in direzione del centro monastico di Bobbio (Ebovium) e di tutti i monasteri della zona fondati o che facevano capo e riferimento all’Abate Colombano. Non dimenticate che Pavia era la capitale del regno longobardo e che Colombano era assai stimato dai re Agilulfo e Teodolinda.

Il percorso “di montagna” come lo ho chiamato all’inizio, va da Pavia a Pontremoli in 8 tappe (tre se le fate con le moderne mountain bike) e viene oggi chiamato, non a caso, Via degli Abati. A Pontremoli (oggi è in Toscana, provincia di Massa Carrara, Lunigiana) si univa ad un altro antichissimo tracciato di pellegrinaggio, la via del Volto Santo, che con altre sette tappe (sempre tre in bicicletta) portava il pellegrino o il monaco a Lucca (ricongiungendosi quindi con quella che oggi conosciamo come la Francigena sigericiana).

Per noi moderni, che possiamo scegliere, arrivati a Pontremoli si può prendere la via costiera (da Pontremoli si va ad Aulla e si segue la Francigena ufficiale di oggi, che passa per Sarzana, Massa e Camaiore), arrivando a Lucca da NO, o si va per l’interno (sono venti chilometri supplementari, una tappa in più) attraverso Lunigiana e Garfagnana, arrivando a Lucca da NE.

Il Volto Santo è una immagine acheropita (ossia non realizzata da mano d’uomo) del Crocifisso che è tuttora conservata nella Cattedrale di San Martino, a Lucca.

Tutto il tracciato da Pavia a Lucca è unito dal tema del labirinto. Si parte dal labirinto presente nella cattedrale di San Michele a Pavia, si passa per numerosi labirinti raffigurati e presenti a Bobbio e nei vari monasteri, si fa centro alla Stele del Labirinto a Pontremoli, e si arriva al Labirinto sulla facciata di San Martino a Lucca.

Come a dire che ogni anima ha il suo itinerario. L’importante è camminare, ed arrivare a Dio. Dove si passa si passa, per la costa o per la montagna, per la collina o per le cime, sull’itinerario ufficiale o sulle varianti. E’ la nostra anima che deve avere ben chiaro perché cammini, ed il nostro corpo che deve essere bene preparato. Poi, come dicevano gli scout, in particolare il loro fondatore lord Baden Powell, è questione di buon equipaggiamento!

Se volete altri dettagli, scrivetemi pure a info@walkingonfrancigena.com. Sarò lieto di rispondervi.

Buon cammino a tutti!

Luca Zacchi di Walking On Francigena

Camminare è “immergersi” nella natura #WalkingOnFrancigena #BagsFree

E’ in edicola il numero 9 della rivista “Viaggi e Cammini”, di cui siamo ormai puntualissimi recensori. Tanti, come sempre, gli articoli interessanti, sempre di ottimo livello sia la dotazione delle immagini che il corredo bibliografico dei testi, che permette un facile approfondimento dei temi a chiunque voglia.

In particolare vi segnalo quattro pezzi.

Il primo è quello richiamato nel titolo del post: “Immergersi”nella natura. Sottotitolo: Piccoli laghi, corsi d’acqua, terme naturali dove fare un tuffo in assoluta sicurezza“. Un argomento curioso, che mai avevamo visto trattato, opera di un ingegnere informatico con l’hobby del cammino e dell’acqua!

Il secondo racconta la storia di Stefano Mazzotti (“Il mestiere di guida“), un nome, una garanzia tra tutti noi camminatori. Specializzato sugli itinerari della Via Francigena.

A seguire una disamina della tecnica del Nordic Walking! Un articolo molto ben fatto ne esamina finalità, regole ma soprattutto i benefici di questa disciplina, senza limiti di età! Approfitto per ricordarvi che nel nostro staff c’è un istruttore di Nordic Walking, disponibile per sapere come fare per imparare nel modo più corretto. Basta scrivere a info@walkingonfrancigena.com.

Per ultimo, passiamo dal bastoncino al bastone, meglio detto Bordone del pellegrino che, scusate la rima, ci sostiene lungo il cammino… L’Hastile Peregrinorum, originariamente una lunga asta di castagno o nocciolo, che il pellegrino spesso si auto-preparava lungo il cammino, serviva per accompagnare i passi, per trasportare i pesi più facilmente e come autodifesa.

Oggi si usa meno, di solito i viaggiatori preferiscono un paio di leggeri e più comodi e funzionali bastoncini da trekking, ma, di solito a fine viaggio, un bastone da pellegrino tradizionale se lo comprano comunque come ricordo…

Buon cammino a tutti! Almeno fino all’edicola!

Riparte la Via Francigena!

Dal 3 di giugno si sono riaperti i confini interregionali italiani e quasi subito è ripartita la nostra amatissima via Francigena, con i suoi pellegrini, camminatori e trekkers.

Per qualsiasi motivo siate ripartiti, e con qualsiasi spirito la percorriate, Bags Free e Walking On Francigena vi danno il bentornato e vi augurano di tutto cuore buon cammino e buona strada!!!

Viaggi e Cammini, perché la voglia non passa mai #WalkingOnFrancigena #BagsFree

Il post prende spunto dal numero 8 del trimestrale “Viaggi e Cammini” (Maggio-Luglio 2020), uscito puntuale in edicola nonostante lo stato di sospensione di fatto di tutto il turismo in Italia e non solo. Al momento in cui l’autore del post scrive non è dato esattamente di sapere come e quando si riprenderà e, dato lo stato “comatoso” della “cosa pubblica” italiana, neppure “se” si riprenderà. Anche se noi operatori del settore, al pari della redazione della rivista, non abbiamo alcuna intenzione di darci per vinti!

Viaggi e Cammini numero 8 è la solita rivista gioiellino a cui siamo stati felicemente abituati dalla casa editrice Prisma Associati che la ha ideata. Articoli docimentatissimi, per ogni genere di lettore, non troppo lunghi, con grandi spunti per l’approfondimento online, su carta o “sul posto”.

Ha colpito in modo particolare la mia attenzione l’articolo sulla Via degli Abati, itinerario non troppo distanza dalla nostra amatissima Via Francigena, che parte da Pavia e dai luoghi cari a San Colombano Abate, per chiudersi a Pontremoli, luogo dove ogni tanto deviano anche i nostri furgoni portabagagli sulla Via Francigena. Via Francigena che riparte proprio da lì vicino, dal Passo della Cisa.

Tutte le informazioni necessarie sulla Via degli Abati o Via Francigena di Montagna le trovate sul sito dedicato!

Camminare ai tempi del coronavirus #NonTemere #iorestoacasa #andratuttobene

Avevo tanti bei post da scrivere, sui cammini italiani, in particolare su quello che per noi è il “cammino principe”, la Via Francigena. Ma al momento, a causa dell’emergenza sanitaria per il coronavirus, la Francigena è “ferma”, come la Via di Francesco, quella di Benedetto e gli altri cammini.

#iorestoacasa e non sono certo da solo. Restano a casa anche i nostri amici viaggiatori, restano a casa i pellegrini, restano a casa i nostri autisti. Sperando che tutto questo passi presto.

Per intanto però, si può camminare uguale. Leggendo dei e sui cammini, studiando le mappe e i percorsi, consultando le guide, chiedendo, perchè noi, dei preventivi per questa estate e per il prossimo mese di settembre, ma anche inizio ottobre, dipende da quale sia la zona dove vorreste dirigervi.

Per esempio vi consiglio le guide dell’Ediciclo editore, che hanno pubblicato sia La Via Francigena a piedi che La Via Francigena in bicicletta.

Sembrano piccole, e come formato lo sono (tascabili, stanno comodamente nella tasca del giaccone o in quella del vostro zaino) ma sono ricchissime di informazioni di ogni tipo per quanto riguarda la logistica.

Se siete agli inizi della vostra vita di camminatori o lo fate “ad ogni morte di Papa”, come si dice qui a Roma, vi consiglio invece Via Francigena for dummies di Monica Nanetti, per la serie dei piccoli Manuali della Hoepli.

Una delle prime domande del testo, davvero simpatico, è “Ma chi te lo fa fare?“. Se però decidi di farlo trovi in questo manuale la storia della Via Francigena, tutti i diversi modi di percorrerla, le tappe più affascinanti e quelle più difficili, le indicazioni per attrezzatura e bagaglio.

Buona strada e buon cammino, appena potrete percorrerlo, magari assieme a noi di Bags Free e Walking On Francigena!

I cammini… sono come le ciliegie!

I cammini… sono come le ciliegie! Uno tira l’altro!
La Via Francigena ormai è una certezza, ed ha fatto da modello il suo progressivo mettere in rete paesi, paesaggi, posti di ristoro, valorizzazione dei cibi e dell’arte, e chi più ne ha, più ne metta!

Molti dei cammini nati di recente la intersecano in diversi tratti. Non fa eccezione l’ultimo nato (nel 2016, è ai primi passi!) che è il Cammino Naturale dei Parchi.

Mentre la Via Francigena, come tanti altri cammini, ha Roma come meta finale, il Cammino Naturale dei Parchi parte da Roma ed attraversa l’Italia Centrale, “tagliando”, per così dire, la Via di Francesco e la Via di Benedetto (anche queste assistite in parte dai servizi di Bags Free e Walking On Francigena), ed approdando in Abruzzo, all’Aquila, attraverso i paesaggi splendidi del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Per tutti i dettagli (cartine, percorsi, dislivelli) vi rimando al sito Internet dedicato, che ho spulciato in lungo ed in largo, e che trovo davvero molto ben fatto.

Qui vi illustro i dati principali.

Si tratta di 25 tappe per complessivi 430 chilometri di percorso. Con un discreto dislivello. Ovviamente la proposta prevede la sua suddivisione in 4 settimane, in ciascuna delle quali si fa una parte del percorso complessivo, seguendo un “tema” di fondo.

Le macrotappe settimanali sono, in ordine:

  • da Roma a Livata, “Dalla campagna romana ai monasteri” di 119 km
  • da Livata a Corvaro, “Dalla montagna di Roma ai laghi” di 126 km
  • da Corvaro ad Accumoli, “Dalla terra degli Equi alla valle del Velino” di 102 km
  • da Accumoli a L’Aquila, “Dai sentieri del gusto alle alte quote” di 82 km

Il percorso della prima settimana, Dalla campagna romana ai monasteri (119 km in 6 tappe), è molto ben conosciuto sia da chi è stato scout, che da chi ha frequentato o frequenta le parrocchie (e i loro campi estivi!). La prima parte, diciamo fino a Castel Gandolfo ed al suo lago, ripercorre il tratto iniziale della Via Francigena del Sud, di cui questo blog ha scritto di recente. Quindi non mi ci dilungo, salvo per ricordare che si percorre il Parco Regionale Naturale dell’Appia Antica. Poi, di seguito, si attraversa tutto il Parco Regionale dei Castelli Romani, si scavalca l’autostrada e si prosegue verso Palestrina, la Valle delle Cannuccete e Guadagnolo con la sua falesia e le sue distese verdi! E questa è piena zona scout!!!

Da lassù si scende e si risale seguendo i passi di Benedetto e del primo monachesimo e quindi Subiaco e l’Alta Valle dell’Aniene, approdando infine a Livata, nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.

La seconda settimana, come dice il nome della tappa (“Dalla montagna di Roma ai laghi“, 126 km in 7 tappe) si va per monti. Prima i Monti Simbruini, poi i Monti Ernici. Si sconfina in Abruzzo a Rocca di Botte e Pereto. Si lascia Carsoli sulla propria destra e si traversa tutto il Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili, il Monumento Naturale del Torrente Rioscuro con le sue affascinanti cascate naturali, Orvinio e poi si prosegue verso Nord, fino alla bella Castel di Tora ed al bellissimo Lago del Turano, alle pendici della Riserva Naturale del monte Navegna e del Monte Cervia. Poi il Lago del Salto, la discesa verso Pescorocchiano e la chiusura della seconda parte del percorso a Corvaro (da non mancare per i non astemi la degustazione delle birre artigianali di Borgorose!).

Nella terza settimana, “Dalla terra degli Equi alla valle del Velino“, si percorrono ancora 6 tappe per complessivi 102 km. Si “scavalla” la Via Salaria e ci si ritrova in piena Valle del Velino, in particolare nei paesi dell’Alto Lazio colpiti dal terremoto dal 2016. Antrodoco, Posta, Cittareale, Accumoli. I paesaggi di questa settimana mozzano davvero il fiato, già a partire dall’inizio, dal poco conosciuto lago di Rascino, situato in una conca carsica, che raccoglie le acque della pioggia e dello scioglimento delle nevi invernali.

Concludiamo con la quarta settimana, da Accumoli a L’Aquila, sempre 6 tappe per “soli” 82 km. “Soli” tra virgolette perchè qui le ascese sono di tutto rispetto, come lascia capire il sottotitolo della macrotappe: “Dai sentieri del gusto alle alte quote“.

Passando per Amatrice e traversando la Valle del Tronto ci si ritrova al confine di tre regioni e di due Parchi Nazionali. Il più giovane è il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il più antico è il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Nel dettaglio da Amatrice si sale prima al paese di Campotosto, poi al Lago omonimo, un grande e panoramico “lago di sbarramento”, lago artificiale a ben 1.313 metri di quota.

Dal Rifugio Fioretti si va verso il Gran Sasso, fino ad arrivare a San Pietro della Jenca (o Ienca), divenuto famoso di recente come meta delle passeggiate di Papa Giovanni Paolo II. Infine si scende verso il capoluogo abruzzese, anch’esso tuttora con le ferite del terremoto del 2009.

Buon cammino! Buona strada!