Come primo consiglio per i viaggiatori nella nostra bella città, vi invitiamo oggi, dopo aver lasciato a noi di Bags-Free i vostri bagagli!, a visitare il bellissimo Palazzo Farnese,
Arrivarci non è difficile; partendo dal nostro deposito alla Stazione Termini si prende a Piazza dei Cinquecento il bus della linea 64 e si scende alla fermata Corso Vittorio Emanuele/Navona. Scesi dal bus si traversa la strada, si torna indietro fino a Piazza della Cancelleria. Si percorre tutta questa ed il successivo Vicolo del Gallo e si arriva nella magnifica Piazza Farnese, cuore del rione Regola, caratterizzata da due magnifiche fontane realizzate con vasche di granito egiziano (a questo link trovate una immagine panoramica della piazza realizzata da Classe75).
In piazza Farnese confluiscono ben 8 tra vie e vicoli, di cui la più importante è via di Monserrato. Gli edifici più rilevanti che vi affacciano, oltre ovviamente a Palazzo Farnese, sono la chiesa e il convento di santa Brigida, il palazzo del Gallo di Roccagiovane (di fronte a palazzo Farnese, tra vicolo dei Baullari e via della Corda) e palazzo Mandosi Mignanelli (sulla destra, in angolo con vicolo dei Venti). Altri edifici sono ricostruzioni ottocentesche di immobili più antichi.
Palazzo Farnese, che domina la piazza, di proprietà dello Stato Italiano, è concesso dal 1936 al governo francese, che ha lì la sede della propria ambasciata in Italia.
(da Wikipedia)
Esempio della corrente sintetista sangallesca nell’architettura rinascimentale cinquecentesca, ha una facciata, in mattoni con cantonale in travertino, articolata su tre piani. Le 13 finestre di ciascun piano presentano differenti decorazioni, e quelle del piano nobile sono coronate da frontoncini alternativamente curvilinei e triangolari.
I restauri condotti nel 2000 hanno evidenziato una decorazione ottenuta con l’uso di mattoni albasi (poco cotti, di colore giallo e particolarmente porosi) e ferraioli (molto cotti, di colore rosso e molto resistenti) in alcune parti della facciata e, in alcuni casi, anche con scialbature di colore. Tali decorazioni tuttavia seguono logiche diverse nella parte destra e in quella sinistra della facciata. Quest’ultima presenta una decorazione geometricamente definita a losanghe, Inoltre nei timpani delle finestre del piano nobile sono presenti degli intarsi floreali, sempre realizzati con mattoni bicromi. Tali mattoni bicromi sono utilizzati anche per l’ammorsatura delle finestre, che presenta una caratteristica apparecchiatura dentellata, presumibilmente per motivi strutturali. Queste decorazioni hanno lasciato supporre nel corso degli anni che la facciata in cortina splendidamente apparecchiata, tagliata e arrotata in opera, fosse fatta per essere lasciata a vista.
La parte destra della facciata è molto meno curata, le losanghe ben definite sono poche e buona parte dei ferraioli sono posti alla rinfusa nella parte alta del piano nobile, nei pressi del cantonale. Questa difformità sulla facciata di quello che è presumibilmente il palazzo gentilizio più importante della Roma rinascimentale ha invece suffragato l’ipotesi che la cortina andasse rivestita e che l’apparecchiatura perfettamente liscia e quasi monolitica avesse lo scopo di minimizzare lo spessore dell’intonaco in stucco di travertino, riducendolo a due o tre mani di scialbo in latte di calce. Quest’ipotesi è suffragata dal ritrovamento di tracce di scialbatura su altre importanti architetture dell’epoca, come ad esempio il Palazzo dei Conservatori di Michelangelo nel complesso del Campidoglio.
Si passa all’interno tramite un vestibolo a tre navate coperte da volta a botte e separate da colonne di ordine dorico in granito rosso.
La decorazione interna è particolarmente raffinata. La “Camera del Cardinale” era stata affrescata già nel 1547 da Daniele da Volterra (fregio superiore), mentre la “sala dei Fasti Farnesiani” fu dipinta da Francesco Salviati tra il 1552 ed il 1556 e completata da Taddeo Zuccari a partire dal 1563. Ad Annibale Carracci si devono gli affreschi nel “Camerino”, realizzati nel 1595 e nella “Galleria” (20 m di lunghezza e 6 m di larghezza), con stucchi e dipinti mitologici realizzati insieme al fratello Agostino, tra il 1597 e il 1605: al centro della volta campeggia Il trionfo di Bacco e Arianna.
Nella sala di Ercole era conservata la statua dell’Ercole Farnese, attualmente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli insieme a numerose altre sculture della collezione Farnese. Vi erano inoltre conservate le statue della Pietà e dell’Abbondanza, opera di Giacomo della Porta e destinate inizialmente alla tomba di Paolo III.
Per conoscere tempi e modalità di visita: la pagina dello 060608.it su Palazzo Farnese
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